The Secret Camera
Cesura
Il Progetto
Per la quarta edizione de Il Festival della Peste!, il collettivo fotografico indipendente Cesura ha scelto di unire cinque sguardi autoriali differenti per raccontare le dimensioni private di altrettante esistenze, collocate in luoghi distanti e spesso non-convenzionali: entrare nella dimensione privata delle persone, nell’intimità delle loro stanze, significa raccontare da un punto di vista assolutamente particolare il concetto di ordine e disordine. Cinque fotografi scavano dentro gli intimi confini della tematica, avvicinandosi con un occhio diverso a luoghi e persone incontrate nella propria ricerca artistica.
ECOSISTEMI
di Alessandro Sala
Chi ha sofferto la costrizione di un lockdown senza sfoghi all’aperto ha sentito maggiormente l’esigenza di un avvicinamento alla natura. Le immagini di Alessandro Sala, realizzate nella provincia di Siracusa, vogliono indagare chi prima delle costrizioni imposte dalla pandemia ha scelto di abbandonare le città e abitare la natura, adattando il proprio stile di vita e la propria dimora alla coesistenza con un ecosistema naturale da tutelare.
SICILIAN PICTURES
di Francesco Bellina
Siamo abituati a parlarne e a vedere i migranti sempre nel contesto cittadino. Raramente si ha la voglia o la possibilità di entrare nelle loro vite e nelle loro case.
Ballarò, a Palermo, è un quartiere multietnico in conta evoluzione, dove convivono più di cento comunità insieme ai locali palermitani. Il lavoro “Sicilian Pictures” ha come protagoniste le case, gli oggetti personali, le fotografie che hanno attraversati deserti e mari, nonché le persone stesse che hanno portato con sé questo bagaglio di memoria da luoghi remoti e spesso sconosciuti.
REDEO
di Giorgio Salimeni
Redeo dal latino “Ritornare” è il nome di una comunità terapeutica sperimentale inserita all’interno di una RSA, in cui vivono persone mentalmente e fisicamente fragili.
La comunità nasce nel 2017 con l’obiettivo di favorire un percorso di reinserimento in autonomia nella società ma negli ultimi 2 anni questa possibilità si è scontrata con l’arrivo della pandemia da coronavirus. Le conseguenti restrizioni hanno forzato una convivenza abitativa prolungata nel tempo.
RICONFIGURAZIONI
di Maria Elisa Ferraris
L’avvento industriale a Taranto ha determinato da fine Ottocento una profonda modificazione del territorio – la cui storia si intreccia in maniera indissolubile con la questione ambientale – e un cambiamento della configurazione dell’abitare. Ha portato alla costruzione di case operaie in nuovi quartieri (Paolo VI), allo svuotamento e al decadimento per diverso tempo di altre aree come la Città Vecchia, in cui tuttavia sono rimasti piccoli grandi esempi di resistenza e riorganizzazione della propria vita quotidiana in funzione di queste zone, simbolo e cuore della città.
LA FROCERIA
di Valentina Neri
Per Rachele De Niro e La Mestruo l’arte drag è passata da “semplice” pratica a essere assimilata nella vita quotidiana, è così che si avvicinano al Tavolo Queer, assemblea transfemminista queer del centro sociale Macao a Milano che tra le altre attività mette a disposizione la Froceria, uno spazio che difficilmente si trova all’interno della società standardizzata e in cui soggettività Lgbtqi+ hanno la possibilità di sviluppare i propri progetti artistici.
Cosa c’è nella scatola del Festival delivery / Un leporello
Per dare un assaggio dell’importante lavoro fotografico del collettivo Cesura abbiamo scelto di richiamare un formato nostalgico, un oggetto che si rifacesse ai souvenir di viaggio della nostra infanzia.
Il leporello è un formato composto da un’unica striscia di carta ripiegata su se stessa a fisarmonica. Questa tipologia di formato prende il nome dal servitore del Don Giovanni, che nell’opera di Mozart si chiama per l’appunto Leporello, e ha l’arduo compito di prendere nota di tutte le conquiste amorose del padrone. In particolare c’è un momento nella storia in cui egli espone la lunga lista delle amanti di Don Giovanni, duemila e sessantacinque, a Donna Elvira, ennesima donna abbandonata. È proprio durante l’aria di Leporello, “Madamina, il catalogo è questo”, che il servo tira fuori un unico foglio ripiegato a soffietto sul quale aveva annotato la lunghissima lista di donne cadute nel vortice amoroso del padrone.
Nell’era vittoriana poi i leporelli vennero comunemente usati come souvenir di viaggio; si trattava di piccoli album nei quali erano raffigurate immagini dei luoghi che i viaggiatori avevano appena visitato.
Souvenir, secondo il vocabolario online Treccani, deriva dal latino subvenire “venire in aiuto” e significa “Oggetto che si porta, come ricordo, da una località in cui si è fatto un viaggio”.
Secondo Le Trésor de la Langue Française informatisé, souvenir significa qualcosa “Qui est destiné à rappeler quelque chose ou quelqu’un” ed è correntemente utilizzato nelle principali lingue europee per designare un “Piccolo oggetto, in genere di scarso valore, che si acquista come ricordo di un viaggio” (Hoepli). Il souvenir è dunque qualcosa che può essere regalato a qualcuno o che si tiene per sé; è un pensiero di un viaggio che ha lo scopo di ricordare un luogo visitato.
Il souvenir diviene feticcio per colui che lo possiede, poiché caricato di significati aggiunti dal ricordo della situazione in cui è stato acquistato; i souvenir aiutano e sorreggono la narrazione del viaggio.

Cesura è un collettivo di fotografi, una casa editrice e un lab attivi in Italia nel campo della fotografia documentaria, di ricerca e sperimentazione visiva il cui intento è creare una forza indipendente e autonoma nel panorama della fotografia nazionale ed internazionale. Dal 2008 è impegnata nel racconto dei fenomeni sociali della contemporaneità, come la documentazione della Primavera Araba e la più recente documentazione della pandemia Covid-19. I suoi progetti sono stati pubblicati sui principali quotidiani e magazine nazionali e internazionali come Time Magazine, New York Times Magazine, The New Yorker, The Guardian, Le Monde, Internazionale, Repubblica, L’Espresso), ed esposti presso musei come Le Bal (Parigi), MoCP (Chicago), Nobel Peace Center (Oslo), Deichhtorhallen(Amburgo), Draiflessen Collection (Mettingen) e Kulturhuset (Stoccolma).