Ché la retta via era smarrita

Saul Steinberg + Gianni Vacchelli

Cosa c’è nella scatola del Festival delivery / Poster e Block Notes

C’è un tema che in questi anni torna costantemente nei nostri ragionamenti, un tema molto trasversale e complesso (ma già ampiamente trattato) che Jaques Attalì ha interpretato in un modo a noi molto congeniale nel suo “trattato del labirinto”.
Niente più di questa figura incarna il perfetto equilibrio tra ordine e disordine, quindi il momento per affrontarlo era questo. Per sopravvivere alla modernità non possiamo che riappropriarci del modello dei nostri più antichi antenati, quando la società era ancora nomade, di stampo matriarcale, abituata ad affrontare quotidianamente i labirinti per sopravvivere. La retta via, patriarcale, semplicistica, tanto amata dal medioevo in poi è da tempo in crisi. Non può più funzionare. Il web, le app, la tecnologia che oggi plasmano tutto, tornano ad essere labirinto.
L’era industriale è finita per lasciar spazio all’era tecnologica, il maschile deve lasciar spazio al femminile. La retta via al labirinto.
Le idee erano tante e molto articolate ma dopo mesi di confronti e ricerche quello che più rispondeva ai nostri ragionamenti era un magnifico disegno di Saul Steinberg. Un esercizio semplice semplice: quanti modi ci sono per unire due punti? La linea retta viene spontaneamente come prima risposta ma lui va oltre e crea incredibili ghirigori. Ma poi c’è un disegno ancora più incredibile dove l’esercizio viene portato all’estremo e con un filo crea un volto i cui occhi sono il punto di partenza e di arrivo. C’è chi dice sia la faccia del Minotauro. C’è chi dice sia la matassa del filo di Arianna.
A questo abbiamo voluto abbinare un testo creato per l’occasione da un nostro caro amico e collaboratore, Gianni Vacchelli. Chi meglio di lui, un rinomato Dantista nell’anno di Dante, poteva parlare di rette vie smarrite? Chi poteva darci una visione trasversale, colta e originale che tenesse testa a un mostro sacro qual’è Steinberg?
Per finire un invito alla partecipazione, un taccuino dove sono stampati due punti da unire. Per fare esercizi di labirintizzazione.
h
h
h
h
h
h
h
h